
Pier Paolo Calzolari e un'arte (Astratta) che Accade
Pier Paolo Calzolari è tornato a Napoli per la prima volta dopo oltre 40 anni, con una grande retrospettiva della sua intera carriera al Museo d'Arte Contemporanea Donnaregina (noto anche come Museo MADRE). Intitolata Painting as a Butterfly, e curata da Achille Bonito Oliva e Andrea Viliani, l'esposizione presenta oltre 70 opere che vanno dagli anni '60 ai giorni nostri. Nato nel 1943 a Bologna, Italia, Calzolari è considerato uno dei protagonisti viventi più importanti del movimento Arte Povera. Tuttavia, la sua produzione artistica va ben oltre le limitazioni percepite che sono implicite nella sua associazione con quell'etichetta. Infatti, è in qualche modo un ribelle estetico. La prova di questo fatto è arrivata all'inizio della sua carriera, quando Calzolari è stato incluso nell'esposizione When Attitudes Become Form, che è stata presentata per la prima volta a Berna nel 1969, e poi riproposta dalla Fondazione Prada come parte della Biennale di Venezia del 2013. Oltre a Calzolari, quell'esposizione includeva altre luminarie difficili da definire come Eva Hesse e Joseph Beuys. Come suggerisce il titolo, non era solo un tentativo di esplorare le preoccupazioni poetiche e materiali dell'Arte Povera, ma segnava piuttosto un momento in cui questi artisti concettuali stavano iniziando a utilizzare le loro pratiche per affrontare una preoccupazione esistenziale che rimane pressante oggi: la nozione che il significato e la razionalità siano tanto fluidi ed effimeri quanto i materiali e i processi utilizzati nella creazione della loro arte. Painting as a Butterfly è un'opportunità per aggiornarsi su Calzolari, per vedere quali nuovi esperimenti ha concoctato e quali antichi enigmi ha evocato negli ultimi anni, e per tentare ancora una volta di connetterci con noi stessi attraverso il suo lavoro.
Relazioni strane
"Painting as a Butterfly" si sviluppa attraverso diverse gallerie su diversi livelli del museo, eppure ha ancora una strana sensazione di essere un'esposizione affollata—questo nonostante ci sia molto spazio vuoto nelle stanze e tra le opere. Ma questo non è un male. È la personalità dei dipinti e degli oggetti a occupare così tanto spazio. Prendiamo ad esempio "Senza titolo" (2014-15), un'installazione di nove pannelli dipinti appesi al muro in una stanza personalizzata. I pannelli sporgono dal muro in una formazione curva; sette sono rossi, uno è giallo e uno è bianco; ciascuno contiene una porzione di una composizione—un cosmo esplosivo di linee e forme. L'opera è ipnotica e sconcertante allo stesso tempo. Il metodo espositivo è così insolito che viene in primo piano come contenuto, eppure la presenza materiale dei pannelli compete simultaneamente per l'attenzione. La composizione dipinta sui pannelli, nel frattempo, è sublimemente bella. La relazione tra questi elementi e lo spettatore è contesa, facendo sembrare l'opera quasi come una bestia selvaggia rinchiusa in una gabbia troppo piccola.
Pier Paolo Calzolari - Monocromo blu, 1979. Collezione privata. Foto © Michele Alberto Sereni
Allo stesso modo, il massiccio “Monocromo blu” (1979) pende su una gigantesca parete in una gigantesca stanza, eppure è appeso così in alto che si è costretti a piegare il collo all'insù per vedere l'opera. L'unico modo per vivere il dipinto con comodità è da lontano, considerandolo non come un'opera d'arte a sé stante, ma più come un elemento estetico relazionale dell'architettura. Altrove, durante l'esposizione, le opere competono continuamente tra loro e con se stesse per spazio vitale. Ma non sempre. Occasionalmente, un dipinto pende da solo in un morbido riflettore, fungendo da sorta di oasi—un'opportunità per guardare semplicemente un dipinto senza sentirsi affrontati. Questo è parte di ciò in cui Calzolari è così bravo. È un ponte tra l'arte concettuale di metà secolo e l'arte relazionale contemporanea; un artista che è riuscito in qualche modo a introdurre lo spirito disorientante e provocatorio di un happening nel corpo calmo e meditativo di un'esposizione curata.
Pier Paolo Calzolari - Senza titolo (Lasciare il posto), 1972. Collezione privata. Foto © Michele Alberto Sereni
Il Mito del Momento
Sebbene "Painting as a Butterfly" si occupi di ogni aspetto dell'opera complessa che Calzolari ha creato, le opere più profetiche della mostra sono quelle multi-mediali—o come le definisce il curatore, "multi-materiali". Molte di esse presentano tableau scultorei con motori o pompe situati sul pavimento di fronte a un dipinto appeso al muro. Fissando uno di questi assemblaggi inquietanti, è facile sentirsi bloccati tra la sensazione che qualcosa sia accaduto, qualcosa stia accadendo, o qualcosa stia per accadere. Il fatto che azioni siano avvenute, o siano state messe in moto, è innegabile, eppure si può quasi non immaginare il perché. La qualità cinetica dell'opera implica un certo significato, o uno scopo—un cosa che suggerisce un perché. Ma questo potrebbe anche essere solo parte dell'umorismo dell'opera—uno strato aggiuntivo di astrazione che impedisce agli occhi e alla mente di uno spettatore di semplicemente vivere il fenomeno estetico per quello che è concretamente.
Pier Paolo Calzolari - La Grande Cuisine, 1985. Collezione privata Lisbona. Foto © Michele Alberto Sereni
Questi fenomeni "multi-materiali" ci chiamano a testimoniarli da una prospettiva confusa. Stiamo guardando un'opera d'arte autonoma? O stiamo osservando un residuo di un evento, o un predecessore di qualcosa che accadrà in seguito? Ci rimane la sensazione di essere stati un po' ingannati, perché non abbiamo visto le meccanizzazioni che hanno portato alla manifestazione di questo "qualunque-cosa-sia", né siamo a conoscenza dei meandri concettuali che hanno informato la sua pianificazione, né saremo presenti abbastanza a lungo per vedere il suo compimento, se mai un tale evento si verificherà. Bloccati tra evidenza e anticipazione, coinvolgiamo i nostri occhi e cuori con piaceri materiali. Il significato si perde, quindi accettiamo l'insensatezza o inventiamo i nostri significati basati sui nostri scopi, che hanno poco a che fare con quelli dell'artista. Calzolari ci angola abilmente in qualcosa che sembra il momento, ma ci fa chiedere: esiste davvero il momento? Pier Paolo Calzolari: Painting as a Butterfly è in mostra al Museo MADRE di Napoli, Italia, fino al 30 settembre 2019.
Immagine in evidenza: Pier Paolo Calzolari - Senza titolo, 2014-2015. Collezione privata Lisbona. Foto © Michele Alberto Sereni
Tutte le immagini sono utilizzate solo a scopo illustrativo
Di Phillip Barcio